Più i figli crescono e più iniziano ad avere le loro prime spese. Ecco quanto un genitore dovrebbe dare di paghetta in base all’età.
Tutti i genitori si trovano, prima o poi, davanti a questa situazione: educare i loro figli all’uso consapevole del denaro e a capirne il suo valore e la sua utilità. Più crescono e più i figli iniziano ad avere le loro prime spese: all’inizio si tratta di giocattoli, figurine e sfizi vari. Man mano che si va avanti con l’età, inizieranno le prime uscite al cinema o in pizzeria.
Per non parlare delle spese per la ricarica al cellulare o per la benzina per il motorino. Spesso a gestire il denaro per questi bisogni sono proprio i ragazzi, quando non ancora adulti si trovano a maneggiarlo e ad usarlo per le loro spese. È importante che sin da subito comprendano il valore di ciò che acquistano e usino la ponderazione nelle loro scelte.
Ed ecco che entra in gioco la paghetta, che può essere settimanale o mensile (o addirittura giornaliera) ovvero una somma di denaro che i genitori danno ai loro figli per far fronte alle loro spese. Ma a quanto deve ammontare? Dipende da diversi fattori.
La paghetta fa sentire il ragazzo autonomo e indipendente, lo rende più maturo dal punto di vista finanziario, seppure limitatamente. Non bisogna sottovalutare l’importanza della paghetta nella fase di crescita di un figlio: serve infatti per renderlo più consapevole delle sue spese e lo aiuta a capire come “investire” al meglio quei soldi che ha.
Un consiglio è di non dare la paghetta ai bambini con età inferiore ai 10 anni: non hanno ancora la percezione del denaro e non sapranno usarlo al meglio. Meglio aspettare gli 11 anni: la media del denaro a disposizione dei bambini italiani è di 10 euro a settimana da questa età fino ai 13 anni, e circa 20 euro dai 14 ai 17 anni.
Ogni genitore sa più o meno quali possono essere le spese di suo figlio e quindi si potrà regolare di conseguenza. Questa è la regola base da usare, senza fare confronti con quanto “prendono” gli amichetti. Invece bisogna fare attenzione a come effettivamente un figlio spende quei soldi: in modo adeguato e ragionato oppure a caso?
Bhè, se la risposta è la seconda, non è necessario togliergli la paghetta ma insegnare a farne un uso migliore. Poi, se un figlio spende tutto velocemente e a caso, non bisogna in nessun caso concedergli anticipi. Al contrario non bisogna neppure premiarlo con un aumento quando va bene a scuola. Il denaro non è infatti una ricompensa!
È indispensabile che il ragazzo riesca a far fronte alle sue spese con quel tanto che il genitore gli ha dato all’inizio. Questo lo renderà un adulto consapevole che in futuro saprà far fronte alle difficoltà in modo del tutto autonomo e ciò stimolerà in lui anche la capacità di risparmio.
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